23 dicembre: ore 11. Arrivo ad Assisi. Ore 14,
un’amica della Pro Civitate ci propone una corsa in macchina a Spello, via Subasio.
La giornata è rarissima per trasparenza e splendore; ne abbiamo goduto con pienezza di spirito.
Ore 16: dopo una brevissima sosta sulla cima del Monte, scendiamo verso Spello.
Nel bosco, subito dopo una curva, intravediamo tra i rami spogli di querce secolari l’abside di una chiesina romanica abbandonata.
Vederla e sentire di dovermi fermare è stato un tutt’uno. L’abbiamo raggiunta arrampicandoci a fatica tra rovi e ginestre.
La porta era spalancata: sembrava che ci aspettasse da sempre. Ho avuto l’impressione di vivere quasi in sogno;
ma è così difficile esprimere certi momenti! Tu però capirai. Abbiamo sceso gradini sconnessi;
venivamo dal sole e ci stavamo calando in un’ombra che sapeva di mistero.
Ma proprio in quell’ombra mi si è fatta luce dentro: ho capito che lì Dio ci aspettava. Quanto cercare!
Eppure, solo dopo esserci abbandonate totalmente al Suo volere e aver soffocato la nostra ansia di un qualunque approdo,
Dio ci si è manifestato in tutta semplicità. Ci trovavamo in una piccola cripta. Antichissima, con una volta irregolare,
sostenuta da tre colonne. Da una finestrina la luce a taglio; il resto in ombra. Ho scambiato uno sguardo con Suor Ida.
Il passato moriva, e tutto mi è sembrato nuovo. Credo di aver detto: qui il Signore ci vuole. Guardavo le pietre.
Mi sembravano vive, quasi mi trasmettessero un messaggio e mi mettessero tra le mani un patrimonio da custodire e donare.
Ma forse sto facendo una gran confusione, dentro però è tutto molto chiaro.
Da “le lettere” a M. Antonietta Pavese di Madre M.Teresa dell’Eucarestia.